Notizie curiose sul regno animale ne abbiamo tante, ma quando c’è di mezzo anche la tecnologia i risultati di alcune scoperte scientifiche sembrano davvero bizzarri: è il caso dello studio di un gruppo di ricercatori dell’università del Michigan, negli Stati Uniti, che è giunto alla conclusione secondo cui il gatto può battere un potente computer nell’elaborazione di informazioni.
E con un vantaggio non da poco: prestazioni 100 volte superiori!Gli studiosi dell’ateneo americano, diretti dal professore Wei Lu, stanno cercando di produrre una nuova generazione di microchip basati sui felini. Gli esperimenti si basano sul riconoscimento di volti. “Studiamo al computer il modo in cui la natura costruisce i cervelli per usare un paradigma assolutamente nuovo nella costruzione dei circuiti” ha spiegato lo scienziato al sito della Nbc, riferendosi al paper pubblicato sulla rivista Nano Letters. La ricerca viene considerata un passo ulteriore verso la costruzione di un “equivalente elettronico” del cervello felino.
In un computer tradizionale non tutti gli elementi sono connessi tra loro: per quanto sia elevata la capacità di calcolo, il funzionamento resta in una logica lineare. Il cervello invece, lavorando in parallelo, consente prestazioni 100 volte superiori a quelle del supercomputer Dawn (che appartiene al Lawrence Livermore National Laboratory, gestito dall’Università della California) che arriva a simulare 1 miliardo di neuroni.
Gli scienziati stanno sviluppando dei “memristori” ovvero elementi che rimpiazzando i tradizionali transistor tengano memoria dell’attraversamento di corrente. Unendoli ad una coppia di chip normali si pensa di ricreare quello che avviene tra due neuroni e una sinapsi. “Il prossimo passo è unire centinaia di queste unità per raggiungere la capacità computazionale di un supercomputer in macchine della grandezza di una bottiglia da due litrì” sottolinea l’esperto.
Fonte:
Ansa.it
